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Whistleblowing: come integrare la direttiva europea in azienda

28 marzo 2024

Un whistleblower (dall'inglese "soffiatore di fischietto") è colui che denuncia o riferisce alle autorità, pubblicamente o segretamente, attività illecite o fraudolente all'interno di un'organizzazione pubblica o di un ente privato.

I segnalanti sono figure fondamentali per mantenere una società aperta e trasparente. Per garantire loro protezione da eventuali ritorsioni, il 16 dicembre 2019 è stata pubblicata la Direttiva UE 2019/1937 sul whistleblowing

La Direttiva Europea mira a inibire e prevenire i comportamenti scorretti e violazioni di leggi e regolamenti, oltre a rendere obbligatoria l’istituzione di un canale di segnalazione interno ad aziende e organizzazioni. 

Questa direttiva si applica a tutte le società o filiali UE con 50 o più dipendenti e prevede l’implementazione di un canale di segnalazione interno indipendentemente dal numero di dipendenti, anche per le aziende che hanno adottato il Modello 231.

 

Il recepimento della Direttiva 2019/1937 in Italia 

Il termine per il recepimento delle Direttiva UE sul whistleblowing è scaduto il 17 dicembre 2021 e diversi sono gli Stati membri dell’UE che ancora non risultano allineati con la normativa. 

In Italia, ad esempio, fino al 2017 il whistleblowing era regolato dalla Legge 179, che aveva introdotto l’obbligo di inserire canali di segnalazioni anche per le aziende del settore privato con Modello organizzativo 231, andando ad ampliare la preesistente disciplina prevista per il settore pubblico (art. 54-bis, D. Lgs. n. 165/2001). 

Nel 2022 la Camera dei deputati ha finalmente approvato il Disegno di legge, recante “Delega al Governo per il recepimento delle direttiva europee”, compresa la numero 1937 del 2019 riguardante proprio la protezione dei whistleblower in UE.  

Il passaggio successivo ha visto il Consiglio dei ministri approvare nei primi mesi del 2023 il decreto legislativo attuativo della Direttiva UE 1937/2019, sancendone la definitiva entrata in vigore.    

 

La protezione dei segnalanti al centro della Direttiva sul whistleblowing 

Il focus della Direttiva UE 2019/1937 è sicuramente la protezione dei segnalanti. Vediamo insieme i punti essenziali: 

  • La protezione è assicurata oltre ai dipendenti anche ai clienti, fornitori, ex dipendenti, tirocinanti e giornalisti ecc…; 
  • Le persone che effettuano una segnalazione sono protette da azioni quali il licenziamento, il demansionamento e altri tipi di discriminazione; 
  • Il segnalante in prima battuta può scegliere se riferire la segnalazione all'interno dell'azienda, oppure direttamente alle autorità preposte. Se alla segnalazione non segue alcun tipo di risposta, può rivolgersi direttamente ai media. I segnalanti sono protetti in tutti i casi. 

Con queste misure protettive, l’Unione Europea vuole incoraggiare le persone a segnalare le violazioni a cui assistono sul posto di lavoro, proteggendo i segnalanti da qualsiasi tipo di ritorsione futura. 

 

Quali sono i casi tipici segnalati dai whistleblower?  

Gli scenari sono numerosi e spesso differiscono notevolmente l’uno dall’altro ma molto spesso le segnalazioni riguardano questi ambiti: 

  • Corruzione;  
  • Molestie sul lavoro;  
  • Violazioni della legge e reati penali;  
  • Violazioni dei diritti umani;  
  • Corruttibilità;  
  • Riciclaggio di denaro; 
  • Frode fiscale; 
  • Mala amministrazione;  
  • Insider trading;  
  • Salute pubblica e tutela dei consumatori; 
  • Uso improprio dei dati.  

Quali sono i vantaggi per le aziende?  

Fino ad ora abbiamo parlato dei vantaggi e delle tutele di cui godono i whistleblower ma non dimentichiamo che anche le aziende e le organizzazioni possono trarre beneficio dalla nuova regolamentazione europea, sotto numerosi punti di vista.  

L’individuazione precoce di illeciti commessi all’interno dell’azienda, ad esempio, contribuisce a individuare tempestivamente una possibile soluzione e previene l’insorgere di altre problematiche, riducendo al minimo i danni finanziari.  

Mantenendo le segnalazioni in una sfera privata e interna all’azienda, inoltre, si riduce il rischio di andare incontro a danni di reputazioni e di immagine.  

Infine, la percezione positiva delle aziende che adottano strumenti di comunicazione trasparente non può che migliorare nei confronti dei propri partner, clienti e fornitori.  

 

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